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Atmosfere e suggestioni della Puglia che prendono vita in un oggetto di design, a cavallo tra tradizioni e innovazione tecnologica, pensato per il tempo libero ed il relax. È quanto proposto dal designer foggiano Piertito Cardillo con Waiting For The Sun, un modulo da esterni che si presenta come uno scrigno portatile in legno intrecciato a mano, proprio come una gerla tradizionale, contenente tutto il necessario per momenti di comfort sotto il sole: ombrellone a scomparsa, due lettini pieghevoli e una sdraio. Noi di Alchimag l’abbiamo intervistato.

Da dove nasce l’idea di progettare Waiting for The Sun?
“Waiting for the Sun” nasce per rispondere alle esigenze di chi va in spiaggia, ma è ideale anche per chi ha un giardino o un ampio spazio outdoor. Ho progettato lidi, ristoranti all’aperto, diversi luoghi open air… e dalla mia esperienza ho potuto notare che sul mercato non erano presenti dei prodotti che potessero agevolarmi nel gestire le problematiche più frequenti quando si lavora su spazi di questo tipo. Penso  per esempio a sistemi di apertura degli ombrelloni semplici e funzionali, dotati anche di un comodo porta oggetti ….  Ho voluto, quindi, progettare  un unico prodotto capace di rispondere a più funzioni e risolvere più esigenze.

Confesso che ho una grande passione per il mare che, unita a un forte legame con la Puglia e la mia terra, mi ha permesso di lavorare a questo progetto. Il mio committente è stata la Regione Puglia, che con il bando di idee lanciato ad agosto 2016, mi ha permesso di creare di studiare il settore merceologico del turismo e ricezione. Analizzando i dati inerenti all’incremento economico, mi è venuto quasi spontaneo creare qualcosa che potesse esser utilizzata  sui  suoi 900 chilometri di costa!

Com’è il meccanismo che permette a questo particolare progetto di ‘funzionare’?
Ho voluto creare un ombrellone a scomparsa che attraverso l’apertura inversa garantisca una maggior praticità e  semplicità di apertura. In questo modo chi lo utilizza non è costretto ad alzarsi per aprirlo!

La struttura dell’ombrellone è posizionata all’interno di un cilindro che, oltre a garantire il ricovero del telo, permette di mascherare un sistema di carrucole automatizzate capaci di innescare i diversi meccanismi. Il cilindro ha più funzioni, fa anche da cardine e da supporto alla cesta contenitiva, chiamata gerla. La gerla, ruotando a 360° attorno al cilindro, ne garantisce la stabilità anche in giorni particolarmente ventosi; la sua forma inoltre nasconde il cilindro che rimane visibile solo  in alcuni punti, sembra quasi che l’ombrellone nella fase d’apertura sbocci dalla cesta. Nella cesta inoltre sono ‘nascosti’ anche altri prodotti: i lettini e le sdraio “daybed” e “chaise”,  anch’essi studiati per agevolare il fruitore nelle fasi di apertura e chiusura.

Che ruolo hanno i materiali e le tecnologie nel tuo approccio alla progettazione?
Sin da piccolo sono stato sempre attratto dai meccanismi e dalle tecnologie. Chiedevo sempre a mio nonno di farmi giocare nella sua officina con cuscinetti, ingranaggi, …. Mi piace lavorare con materiali puri che hanno una loro anima, non vedo mai un oggetto dall’esterno pensando che sia fine a se stesso, cerco sempre di capire cosa c’è al suo interno e di captare i dettagli più nascosti.

Il mio approccio alla progettazione è questo: non realizzo mai un progetto fine a se stesso, cerco sempre di apportare più azioni e più benefici  possibili al prodotto o allo spazio, rendendo il tutto il più armonioso possibile. Prima di partire con la progettazione, cerco di immedesimarmi nel fruitore o nel committente e  di capire quelli che possono essere i punti di forza e quelli di svantaggio. Una volta che analizzato il tutto inserisco quello che è il mio punto di vista.

Quanto il tuo ‘design’ è influenzato dalla tua terra e dalle sue tradizioni?
Mi piace definirmi  vittima delle mie origini, mi piace sfruttare la conoscenza dei materiali che ho avuto occasione di sviluppare fin dalla tenera età e applico queste mie competenze in ogni lavoro. Sono molto legato alle tradizioni ma credo che ogni progetto abbia bisogno di essere riconducibile al proprio territorio e al proprio contesto.

Unisci l’amore per la tua terra e le sue tradizioni con una visione anche più internazionale (penso al tuo periodo di formazione a Londra per esempio): come convivono queste anime?
Durante l’esperienze, sia lavorative che di svago, fatte all’estero, mi è capitato spesso di  approcciarmi a culture differenti dalla mia; questa è la cosa più entusiasmante del mio lavoro.  Sono sempre alla continua ricerca di nessi culturali tra le mie tradizioni e quelle degli altri paesi, e questo mi appassiona molto.  Cerco di viaggiare il più possibile per aprire la mente e cercare nuovi  punti di vista per i miei progetti futuri.

Prossimi lavori? E prossimi sogni?
Oltre ad avere dei progetti residenziali  molto entusiasmanti  ed altri legati al mondo della ricezione, sono impegnato nella fase di ingegnerizzazione di Waiting for the Sun e della gamma di prodotti da presentare alle prossime esposizioni. Il futuro spero possa portarmi a conoscere nuovi mondi e culture diverse. È stato sempre il mio sogno!

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