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Negli USA un nuovo progetto prevede la sperimentazione del così detto asfalto fotovoltaico attraverso l’installazione di particolari pannelli fotovoltaici in sostituzione del tradizionale asfalto stradale, il Solar Road Ways.

La superficie asfalta può raggiungere un valore fino ai 70° al giorno di calore e rilascia nell’aria il calore che assorbe. Tutto questo calore si perde e contribuisce al riscaldamento globale. L’enorme quantità di superficie pavimentata disponibile, soprattutto nelle città e nei suoi dintorni, può essere una soluzione ecologica per la produzione di energia verde.

Il progetto dell’asfalto fotovoltaico è stato finanziato dal Dipartimento Americano dei Trasporti, l’equivalente del nostro vecchio Ministero dei trasporti, prevede l’utilizzo di speciali pannelli fotovoltaici che dispongono di una superficie in vetro in grado di resistere all’elevata usura data dal transito dei veicoli e dagli agenti atmosferici.

Oltre ad essere autopulente e non scivoloso, l’utilizzo di piccolissimi prismi permetterebbe agli pneumatici una giusta presa sull’asfalto fotovoltaico. Le cellule utilizzate sono fotovoltaiche inoltre è prevista la presenza di diodi a LED, così concepito ogni pannello sarebbe in grado di produrre circa 7,6 kwh di energia al giorno, ipotizzando un’efficienza del 15%. L’energia prodotta può essere immessa nella rete oppure immagazzinata per essere destinata alla ricarica delle auto elettriche lungo le strade interessate dal progetto. I diodi a led utilizzati andrebbero anche a sostituire la vecchia segnaletica stradale a cui siamo abituati. Per iniziare, il test prevede l’utilizzo di un miglio di asfalto fotovoltaico, da cui si ricaverà energia pulita necessaria a soddisfare il fabbisogno energetico di 500 famiglie.

In Spagna un progetto simile si chiama Pavener, promosso dalle società Tecnalia, Centro Basco di Ricerca e Innovazione Tecnologica,  e Campezo, che nei prossimi due anni collaboreranno alla ricerca di un sistema per sfruttare in modo efficiente il calore assorbito dalla pavimentazione stradale, in particolare recuperare l’energia solare immagazzinata negli strati di asfalto, trasformandola in calore da utilizzare per riscaldare gli ambienti e produrre acqua calda.

L’idea è quella di trasferire l’energia termica a un fluido dinamico, che, una volta riscaldato, potrebbe essere usato per riscaldare gli edifici o produrre acqua calda. L’obiettivo finale della sperimentazione è quello di riuscire a progettare un “sensore solare” che possa essere utilizzato non solo nell’asfalto, ma su qualsiasi superficie pavimentata esposta ai raggi del sole.

Non solo strade, piazze e parcheggi, dunque, ma anche aeroporti, palestre, piscine, con un grande potenziale nel settore delle costruzioni. Lo speciale sistema, infine, potrebbe rivelare importanti applicazioni sul piano della sicurezza. Nei mesi invernali, infatti, il sensore potrebbe essere utilizzato per mantenere la temperatura dell’asfalto al di sopra del punto di congelamento, impedendo la formazione di ghiaccio sulle strade e prevenendo tutti i pericoli a essa legati, oltre al vantaggio di ridurre l’effetto “isola di calore”, attraverso il beneficio che suppone l’estrazione di calore dalla superficie pavimentata.

(a cura di Fabiana Cambiaso – Università La Sapienza Roma)

www.solarroadways.com

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