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Marco Palmieri inaugura oggi, alla galleria Antonia Jannone, a Milano, otto grandi lavori fotografici della serie “Stanze”.
Una ricerca che si svolge in questa nuova serie di fotografie di grande formato.
Nove Stanze stampate a getto di inchiostro su carta cotone Hahnemühle e montate su alluminio.
Marco Palmieri, con il suo tratto caratteristico, descrive e ricostruisce situazioni in cui lo spazio rimane l’elemento da indagare, Palmieri analizza la poetica di spazi intimi e domestici grazie alla presenza della luce e della sua ambigua immanenza.
I soggetti di queste rappresentazioni sono luoghi minimali e scarni, spazi angusti in cui netti tagli di luce definiscono e abitano di volta in volta lo spazio puro e monocromatico.
Bucature, squarci, feritoie permettono alla luce di invadere le stanze e rivelare la propria forza come elemento in grado di trasformare lo spazio, di renderlo percepibile trasformandone il vuoto in pieno
Bucature, squarci, feritoie permettono alla luce di invadere le stanze e rivelare la propria forza come elemento in grado di trasformare lo spazio, di renderlo percepibile trasformandone il vuoto in pieno.
È una ricerca introspettiva in cui l’artista non ritrae spazi esistenti ma spazi astratti, che idea e progetta appositamente, per poterli poi fissare come immagine attraverso l’uso della fotografia.
«Penso che Palmieri abbia prodotto immensi sforzi per arrivare a determinare un punto di vista davvero originale.
Nelle sue immagini non ci sono momenti, non ci sono fatti e le inquadrature traggono volutamente in inganno e ci spiazzano di continuo.
La sua visione ha più a che fare con la sparizione.
Un gesto generoso, il suo, che intende privilegiare quel possibile intreccio armonico tra la visione e il pensiero.
Se esiste una vera grammatica delle immagini, è da qui che possiamo cominciare la ricerca.» Denis Curti.
Chi è Marco Palmieri ?
Architetto di formazione, dopo la pratica professionale a Parigi e l’insegnamento a Dublino, diventa l’ultimo e più stretto allievo di Ettore Sottsass.
Palmieri inizia ad esporre le sue opere nel 2008 a Milano nella galleria d’arte di Antonia Jannone, per poi proseguire con mostre personali: Parigi alla Galerie du Jour di agnès b., a Napoli al Castel dell’Ovo, e con mostre collettive alla Galleria nazionale d’Arte moderna e Contemporanea di Roma, al Palazzo della Triennale di Milano, al Palazzo delle Arti di Napoli, a Villa Belgiojoso di Merate e in altre sedi, raggiungendo così un sempre più vasto pubblico di critici e collezionisti.
Antonia Jannone apre la sua galleria nel 1979, scegliendo come campo d’indagine il disegno d’architettura: una forma d’arte capace di uscire dalla funzione strettamente progettuale e di esprimere il lavoro più intimo e poetico degli architetti.
Da allora è rimasta sulla breccia, promuovendo progetti insieme ai grandi nomi dell’architettura italiana e internazionale, situata al civico 125 di Corso Garibaldi, la galleria si affaccia su un cortile immerso nel verde.