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Weaving Architecture, l’installazione di Benedetta Tagliabue alla Biennale Architettura 

 

Wwaving Architecture, è l’ultimo tassello di un viaggio che Benedetta Tagliabue ha intrapreso con AHEC- American Hardwood Export Council, più di due anni fa, per esplorare il potenziale delle specie americane.

 

Benedetta Tagliabue , Miralles Tagliabue EMBT , porta Alla Biennale Architettura 2018 il concept dell’intrecciare a diversi livelli: intrecciare la città tramite la sua metropolitana, intrecciare l’attività delle persone nello spazio pubblico, intrecciare la struttura della copertura e rivestirla in fibra.

 

L’installazione della Biennale, si compone di alcuni elementi quali il legno e l’acciaio. Materiali che intrecciano le loro vite per dare vita ad un luogo oltre il luogo.

 Due i livelli: quello superiore è costruito con moduli in quercia rossa americana e quello inferiore con moduli in acciaio.

Entrambi sono intrecciati con fibra di vetro in diversi colori, che crea un effetto visivo particolare, quasi arrivando a rendere impercettibili i confini creati dalla struttura stessa.

Weaving Architecture, installazione per Biennale Architettura 2018 in fibra ferro e quercia rossa americana - Benedetta Tagliabue- EMBT -credit Giovanni Nardi 6

 

Quest’architettura, così come l’infrastruttura che rappresenta, connette il territorio e costruisce un senso d’inclusione sociale testimoniando il ruolo sociale dell’architettura.

La copertura dà protezione e ombra, creando uno semi-open space confortevole per varie le attività collettive.

 

 

Il concetto green che è racchiuso da sempre nei progetti legati a AHEC, fa confluire nella ricerca del racconto, molti dati sociali e abientali.

“La quercia rossa non ha solo un’impronta di carbonio minima, ma è anche veramente sostenibile”

 

 

L’installazione Weaving Architecture, supportata da American Hardwood Export Council (AHEC), racchiude le  innovative sperimentazioni sull’architettura come tessuto, utilizzando la quercia rossa americana e la fibra del vetro.

 

David Venables, direttore europeo di AHEC dice – “La foresta di latifoglie americane, che occupa circa 120 milioni di ettari degli Stati Uniti, è stata ben gestita da generazioni successive di piccoli proprietari terrieri.

Gli alberi vengono raccolti selettivamente e sostituiti con la rigenerazione naturale. Il legno cresce a un ritmo molto più alto rispetto a quello con cui viene estratto e la foresta aumenta di 401 ettari ogni anno – l’equivalente di un campo da calcio ogni minuto “.

 

Ecco quindi che l’installazione diventa uno spazio partecipativo, come manifestazione di libertà: questa è l’idea alla base di Weaving architecture. Il progetto di Miralles Tagliabue EMBT mostra come le tecniche manuali, ad esempio la tessitura, hanno la capacità di umanizzare gli spazi pubblici.

 

 

 

“Uno spazio libero è uno spazio ben intrecciato”

 

Weaving Architecture riassume un modo di pensare che è alla radice del lavoro sperimentale che Benedetta Tagliabue – EMBT sta conducendo da anni, a partire dal padiglione di Spagna in vimini presentato all’Expo di Shanghai 2010.

 

 

Questa ricerca messa in atto in questi anni, prosegue adesso a Clichy-sous-Bois e a Montfermeil, alla periferia di Parigi, con il progetto per la futura stazione della metropolitana (parte del Grand Paris Express), un mercato e la riqualificazione di uno spazio urbano, che sarà costruito in fibra, un materiale delicato ma resistente al tempo e alle intemperie.

 

 Spazi nuovi per un nuovo concetto di città condiviso.

 

Welcome nuovi luoghi.

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