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Si è appena conclusa l’edizione 2018 del Burning Man, il festival che dal 1986 crea e poi distrugge, la Black Rose City, nel bel mezzo del deserto del Nevada.

Otto giorni in pieno deserto, per uno degli eventi più cool del mondo!

 

“Una città nel deserto. Una cultura della possibilità. Una rete di sognatori e persone che si danno da fare”: così si descrive sul sito il Burning Man, che per qualche settimana realizza il sogno di creare un’enorme residenza artistica e utopistica, dove i soldi non esistono e si vive di baratto.

Amato dalle star, e da tutti i cercatori di fantastico, quest’anno il tema del festival, i Robot, ha aggiunto un tocco fantascientifico a tutto il resto. Un po’ Mad Max e un po’ Survivor.

 

 

Una città che sorge dal niente, per creare un turbine elettrizzante di esperienze visive e tattili. Per sopravvivere al Burning Man, è necessario prepararsi e non farsi prendere alla sprovvista. Infatti, niente elettricità, i cellulari non funzionano, neanche l’ombra di un locale, di qualsiasi genere.

Per sopravvivere al Burning Man bisogna attrezzarsi al meglio con generatori, acqua, cibo e tutto il necessario, tutto intorno il deserto. Un festival new age, surreale, eccentrico, che dal 1986 attira migliaia di persone da tutto il mondo, hippie, nerd e star e musicisti. Curiosi ed esploratori, con tanta voglia di provare un’esperienza, assolutamente, unica.

Tutti portano il loro contributo per creare la città di Black Rock City, che alla fine viene completamente smantellata. 

 

L’evento – festival è dedicato “alla comunità, all’arte, all’espressione personale e all’autosufficienza”, ognuno è libero di creare, organizzare. Mostre, concerti, performance, workshop.

 

 

70.000 mila circa i partecipanti di questa edizione 2018, tra cui l’architetto Bjarke Ingels, che ha creato una sfera gigantesca, riflettente, progettata per gonfiarsi e sgonfiarsi facilmente.

 

In realtà tutto iniziò esattamente 31 anni fa, nel 1986, quando Larry Harvey e Jerry James, i fondatori del festival, festeggiavano il solstizio d’estate bruciando un pupazzo di legno alto di circa 3 metri sulla Baker Beach di San Francisco.

 

The Orb

 

The Orb, il ‘pianeta’ riflettente piazzato nel bel mezzo del deserto, è diventata il punto di ritrovo più gettonato durante il festival.

 

 

 

Ecco i 10 Principi su cui si fonda il Burning Man, stilati dal cofondatore Larry Harvey nel 2004.

Le linee guida sono il riflesso della filosofia e della cultura della comunità, proprio per come si era sviluppata fin dall’inizio.

Inclusione radicale, dono, demercificazione, autosufficienza radicale, autoespressione radicale, sforzo comune, responsabilità civica, non lasciare traccia, partecipazione, immediatezza.

 

Per rispettare una delle altre regole del decalogo, “non lasciare traccia”, alla conclusione del festival, una squadra è incaricata di pulire il tutto.

Così per circa un mese setaccerà l’area, dove in questi giorni si è formata l’immensa città, per eliminare qualsiasi traccia rimasta della città – evento .

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