skip to Main Content

Lo stilista di Alghero ha partecipato alla campagna #laculturasifastrada  rielaborando il vocabolario Zingarelli in 16 opere d’arte originali

Antonio Marras, da sempre schierato per le belle e buone parole, coglie l’opportunità per creare delle opere d’arte speciali: Vocabolari. 16 sculture materiche che hanno per protagonista il dizionario Zingarelli.

Marras, la moda e la parola uniti nell’espressione dall’arte contemporanea.

La casa editrice Zanichelli conferma il proprio ruolo di educatrice sociale e lo fa avvicinandosi al mondo della moda grazie al lavoro dello stilista Antonio Marras.

 

Per l’occasione è stato allestito in atelier un vero e proprio percorso museale con 16 opere protette da teche

 

Zanichelli ha da poco lanciato una campagna di grande successo rivolta alla sensibilizzazione della lingua, italiana e straniera, che divulga attraverso i marciapiedi, come graffiti urbani, occasioni di riflessione sulle nostre capacità di espressione.

L’editore  ci tiene a preservare la sua azione di “didattica urbana” il proprio ruolo di educatore e divulgatore sotto l’hashtag #laculturasifastrada.

Ma la cultura è, da sempre, anche moda e arte: dalla strada alla passerella, ancora di più serve in momenti carichi di tensione come i nostri.

Per questo motivo, Zanichelli , ha coinvolto, per questa campagna di contenuti, incentrata sulle lingue, italiane e straniere, Antonio Marras,  chiedendogli di plasmare il vocabolario di italiano per eccellenza: lo Zingarelli.

“La cultura non è mai andata fuori moda. È qualcosa di così connesso con la nostra esistenza che non se ne può fare a meno. È come l’aria. Credo che il mio lavoro implichi un’aderenza alla realtà e quindi alla cultura che ci circonda. Quel che ho provato a fare nel tempo è far dialogare questa disciplina che è la moda con altre discipline: arte, danza, poesia, cinema, teatro, letteratura.”

Antonio Marras, motiva con entusiasmo questo progetto e aggiunge:

“L’urgenza di tradurre in segno quel che c’è intorno e dentro di me, nel tempo, si è fatta sempre più pressante. Come se avessi qualcosa che vuol venir fuori e non riesco ad arginare. Cerco di vedere ciò che nelle cose non si vede, ciò che è nascosto. Tendo a captare e fissare tratti, pennellate, immagini su qualsiasi materiale abbia sotto mano.

 Mi affascina sporcare, imbrattare, rendere impuro, porre a contatto superfici, oggetti diversi. Trascorrere lunghe ore, dimentico di tutto e di tutti. Un foglio bianco, piccoli spazi di pagine già scritte, quaderni usati, vecchie copertine di libri, carta o cartone, cartoline, brandelli di stoffa, tutto chiede di essere riempito.

” Da incosciente quale sono un  vocabolario diventa l’oggetto ideale per raccontare, fuori dalle righe, fuori dai margini. Linee, disegni, pasticci, garze, fil di ferro, cemento, occhi di bambola, soldatini, bruciature, spine, suture, bulloni, trasferibili, sono le mie parole inespresse, il codice attraverso cui si materializza il mio mondo.

Accumuli, stratificazioni, assemblaggi si oppongono a  levare, sottrarre,  ridurre.  Lottano contro la piattezza, la banalità, il luogo comune. Vince l’eccesso, l’eccentricità.”

Parola di Antonio Marras.

Otto di questi oggetti artistici saranno protagonisti di una serata a invito al Mudec presso il ristorante di Bartolini dove si terrà un’asta di beneficenza.

Zanichelli e Marras un inedito connubio accomunato dalla volontà di diffondere la cultura e dalla convinzione che “la moda è un linguaggio, un codice, un modo per comunicare, e gli abiti sono parole di un grande vocabolario”.

Back To Top