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Progettare una facciata dal forte fascino estetico. Dal minimo impatto ambientale. Queste le linee guida del progetto realizzato sulla facciata di un palazzo a Rue Amelot, a Parigi, che porta la firma di Stéphane Malka.

Questo lavoro prende il via dalle norme francesi HQE – Haute Qualité Environnementale, un insieme di parametri che – prendendo in considerazione tutte le fasi di costruzione (e di recupero ) di un edificio – ne valuta l’effettivo consumo e le conseguenze sull’ambiente. Proprio in virtù dell’uso eccesivo di materiali inquinanti e dell’eccessivo consumo di energia nelle pratiche di progettazione, questo progetto cerca di inserirsi nel contesto urbano in modo diverso.

Stephane Malka, AME-LOT

Si tratta di un intervento di recupero realizzato senza alcuna demolizione. Quindi, nessuna nuova costruzione e nessuna demolizione. L’architetto ha valorizzato l’edificio intervenendo sulla facciata principale, che affaccia sul tessuto urbano, lavorando con dei pallet di legno, scegliendo quindi dei materiali naturali.

Stephane Malka, AME-LOT

Stephane Malka, AME-LOT

Anche i costi di produzione sono rimasti contenuti, perché la diversa modularità e i giochi di volumi e di rientranza è stata ottenuto semplicemente lavorando sui pallet, disposti in modo da creare questo movimento e tenuti insieme da cerniere orizzontali. L’approccio dell’architetto francese è nuovo. Sceglie di non distruggere nulla, l’intervento è andato a sovrapporsi al costruito e senza toccare il suolo.

Stephane Malka, AME-LOT

L’artista e architetto francese provaca e sfida chi vede l’architettura e il tessuto urbano di Parigi come intoccabile. Lui gioca con le forme e le prospettive, intervenendo in modo quasi rivoluzionario nella città. Suo, l‘E7 a Parigi. Ama i materiali poveri, come il legno, il pallet, il cartone.

Stephane Malka, AME-LOT

“Lavoro principalmente con gli edifici esistenti . Cerco di non distruggerli, ma lavoro su di loro, sull’esterior, sulla facciata, in modo da modificarli e trasformarli. Sfrutto materiali che già esistono , al fine di dare loro una nuova vita con un nuovo uso .

Ho preso l’idea del ready-made di Marcel Duchamp: prendere un oggetto e renderlo autosufficiente. Ho cercato di usare la stessa strategia in architettura, trasformando un edificio utilizzando scatole di cartone, pallet, scarpe da ginnastica o tubi. È un modo per prendere il consumismo di massa come una nuova fonte di ispirazione, non solo a causa della crisi, ma anche perché abbiamo bisogno di dare a tutti gli oggetti una nuova vita”.

www.stephanemalka.com

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