Gli elementi chiave che hanno contribuito al successo dell'edizione 2024, come la professionalità del team, la partecipazione pianificata delle…
Alla Design Week incontriamo le emozioni di Baccarat. L’azienda continua a scrivere la storia della luce, come ha fatto fin dalla sua prima collezione di lampadari, creati alla metà del XIX secolo.
Una storia che – tra patrimonio e innovazione, raffinatezza e nuove tecnologie – coniuga il passato al linguaggio del presente. I nuovi progetti erano in mostra al Fuorisalone milanese, dove hanno illuminato la splendida cornice di Palazzo Morando.
Baccarat per l’occasione ha lavorato con importanti e talentuosi designer internazionali. Da Arik Levy a Philippe Starck, da Patricia Urquiola ai fratelli brasiliani Fernando e Humberto Campana.
La collezione dei Campana si chiama Fusion e nasce dalla straordinaria alleanza di due tipi di materiali e due diverse expertise, la combinazione dell’Art de vivre francese e la forza della natura brasiliana – un incontro di culture e territori creativi diversi.
Dalle lanterne ai lampadari flambeau, dalle lampade a sospensione rivestite in rattan colorato e intrecciato fino al lampadario Zénith a 24 luci, rivisitato ed esaltato da bracci e portalampade in bambù, i modelli che i Campana hanno disegnato diversificano il DNA e l’uso primario dei materiali, trasformandoli in oggetti autenticamente preziosi attraverso un processo di ibridazione.
Ogni creazione, sia essa rivestita o solo arricchita dalle fibre naturali, è disponibile in edizione limitata e dà un nuovo significato ai principi del collage, rivelando la sua forma organica nella creazione di contrasti tra superfici lisce e lavorate. Il cristallo guarda a un nuovo futuro “in movimento”, come una fonte di luce non convenzionale, esotica, al crocevia tra arte e design.
“Questa collaborazione – hanno dichiarato i Campana – è nata con l’idea di mescolare la ciclicità, la natura con la sofisticazione della manifattura Baccarat. Il Brasile ha un’abbondanza di materiali e di fibre naturali che non è ancora troppo sfruttata che vogliamo far incontrare con l’eleganza europea”.
(C.B.)