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L’attenzione globale per idee che spaziano dalla bioarchitettura all’edilizia organica si deve, sicuramente, anche alle importanti innovazioni e ricerche portate da alcune personalità mondiali dell’architettura.

Tra queste, Kengo Kuma and Associates è probabilmente la voce più originale degli ultimi 5 anni, in particolare per quanto riguarda il tentativo dell’architettura di riconnettersi alla natura. Una tendenza confermata anche da questa facciata verde realizzata per un edificio multifunzionale, che ospita un ambulatorio e degli uffici, situato nei pressi della stazione ferroviaria di Odawara in Giappone.

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La facciata è composta da centinaia di pannelli, organizzati in “gruppi” da 3 a 6 elementi, in alluminio pressofuso, in grado di ospitare dei vasi da piante. I pannelli sono inclinati a livelli differenti, e la loro superficie sembra avere un aspetto organico, grazie all’impiego di polistirolo espanso deteriorato.

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L’effetto è davvero suggestivo: le piante affiorano tra i pannelli come l’erba selvatica tra i buchi dell’asfalto, e gli elementi naturali e artificiali si “scontrano” sulla superficie dell’edificio come se lottassero per la supremazia dello spazio. Concependo la costruzione come un elemento della natura, il progetto richiama l’attenzione sulla necessità di fare esperienza dello spazio costruito attraverso l’interazione tra gli elementi e soprattutto il passaggio del tempo.

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Al di sotto della superficie, si cela un sistema complesso per l’annaffiamento, la ventilazione e la riserva d’aria: in particolare, Kengo Kuma ha studiato un sistema di raccolta dell’acqua piovana che permette all’intera struttura organica di rigenerarsi e mantenersi in vita.

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(Fabiana Cambiaso – Università La Sapienza)

 

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