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Si chiama il “palazzo che cresce”, the Building that Grows, e potrebbe essere paragonato a un sogno, un desiderio che diventa realtà. E’ qualcosa di diverso, al quale non siamo abituati, è estremamente materico ma allo stesso tempo carico di significati simbolici.
Siamo a Montpellier, Francia del Sud. La Maison di Edouard François idea e progetta questo edificio per abitazioni che entrerà a far parte delle Collezioni del Centre Pompidou. L’architettura della Maison riflette le tendenze della società contemporanea: lo sviluppo sostenibile, l’utilizzo di materiali locali così come la conservazione e la valorizzazione degli edifici esistenti. Questi sono tutti temi ricorrenti nel lavoro dello studio francese che continua a studiare nuove forme di sostenibilità, nuovi habitat “ecologici”.
In questo caso la scelta è stata indirizzata verso l’utilizzo di pietre come rivestimento delle pareti esterne e per la progettazione di balconi o piccoli terrazzi in legno che spuntano dai lati dell’edificio interrompendone la linearità.
Lo studio dei balconi è stata una parte fondamentale del progetto: ci sono i “balconi-giardino” per cenare all’aria aperta e per poter accogliere tanti amici; i “balconi-cabine” che rimangono arroccati tra gli alberi per più incontri intimi, seguono i “balconi-vedette” che come delle piccole torri medievali permettono di esplorare l’ambiente circostante, il fogliame delle cime degli alberi, nel quale l’edificio è ben integrato. Ci sono infine i “balconi-terrazza” interamente dedicati alla riflessione e alla contemplazione per vivere in perfetta sintonia con la natura pur restando in città.
Il nome del palazzo però è legato alle pareti esterne. Come una pelle vivente, è stato costruito dalla Maison François un vero e proprio intervento di manipolazione. Con l’idea che dovesse crescere e germogliare, che lentamente l’edificio dovesse modificare il suo aspetto esteriore seguendo le leggi della natura, sono stati uniti sacchi di terriccio, pietre e piccole piante con cavi di ferro come sostegno. Alcuni alpinisti hanno poi innaffiato con concime organico e seminato lungo tutta la superficie, fino all’installazione di un sistema automatico d’irrigazione sulla facciata. Esattamente come un piccolo eco-sistema, il Building that Grows continua a mutare e a cambiare a seconda delle forme che si creano, dei muschi e delle piante che crescono e poi muoiono, dando vita a una composizione in continuo divenire.
Fotografie di Nicolas Borel