In Italia, il riscaldamento a biomassa è un settore in costante crescita, rivalutato attraverso una serie di ricerche e…
Lo studio sloveno di architettura OFIS (Rok Oman, Spela Videcnik) attraverso il progetto di student housing nella periferia parigina, realizza il complesso connubio tra invenzione e progetto sostenibile, in un contesto di non semplice sviluppo come quello della periferia metropolitana della capitale francese,intervenendo con segni forti, sia dal punto di vista urbano che architettonico, realizzando contemporaneamente dinamismo e razionalità.
Il progetto si trova ai margini del Parco La Villette nel XIX distretto di Parigi, landmark urbano ultimato a metà degli anni novanta da Bernard Tschumi. Sul lato nord-est passa la nuova linea tranviaria della città e su quello sud-ovest vi è un un campo di calcio e, al di sotto, un deposito di tram. Il lotto ha una configurazione molto particolare, lungo circa 200m e largo solo 11m. I progettisti sloveni hanno tenuto fede alle richieste dell’amministrazione cittadina, inclini ad uno sviluppo urbano più sostenibile, passando per le scelte dei rivestimenti e per lo sfruttamento delle risorse naturali, come la luce e l’acqua piovana.
Ispirandosi probabilmente ai giovani fruitori, lo studio ha posto al centro della propria ricerca la facciata, disegnando due fronti principali diversi. Progettano un volume con 192 moduli abitati distribuiti su 11 piani, che sfrutta al massimo l’area a disposizione, Ofis trova poi nei balconi l’elemento di variazione della facciata principale: sulla strada des Petits Ponts ospita monolocali di varie dimensioni simili a scatole sovrapposte e aggettanti, realizzati in legno. Orientati tutti in modo casuale per diversificare i punti di vista e il ritmo della facciata questi ‘basket‘, come dice il nome stesso del progetto, piccoli “cesti”-rifugi per il singolo, si combinano all’interno di un sistema dinamico, riducendo così le proporzioni dell’edificio.
Il fronte verso il campo di calcio è, invece, racchiuso in una rete metallica tridimensionale in laminato HPL (ad alta resistenza superficiale) dietro la quale vi sono i corridoi di accesso ai vari appartamenti.
Lungo i corridoi che esternamente all’edificio guidano agli ingressi degli appartamenti sui piani, la rete di protezione presenta uno sviluppo a ‘zig zag’ per l’intera estensione orizzontale e verticale del prospetto: in questo modo la maglia metallica si è trasformata in un’opportunità per dare anche a una facciata secondaria un’identità specifica.
La razionalità con cui sono stati distribuiti gli spazi abitativi e le funzioni minime per gli abitanti ha dettato anche le regole dell’efficienza energetica. L’isolamento esterno (20 cm di spessore) si combina con un’adeguata climatizzazione: il sistema di ventilazione meccanica a doppio flusso, con riciclo dell’aria calda esausta, assicura la qualità dell’aria tutto l’anno, cui concorre anche la doppia esposizione, con l’ingresso sul fronte ovest e il balcone portafinestra sul fronte est. Ciò garantisce anche la costante presenza della luce naturale, che non manca nemmeno nelle parti comuni come i corridoi e soprattutto le scale allocate in volumi vetrati. Sul tetto sono installati 300 mq di pannelli fotovoltaici per l’approvvigionamento di energia elettrica e l’acqua piovana è raccolta in bacini e riutilizzata per l’irrigazione dei giardini comuni.
(Fabiana Cambiaso – Università La Sapienza)
Fotografie: ©Tomaz Gregoric