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Raggiungere un immediato stato di benessere, fisico e spirituale, immergersi in un rilassamento profondo, oppure ricaricare corpo e mente di energie, superando ansia, stress e affaticamento da sforzo. Sono alcuni dei benefici proposti da “Equanimity”, una poltrona multisensoriale che combina diverse discipline legate alla cura della persona e innovative tecnologie brevettate per coinvolgere tutti i sensi in articolati percorsi di benessere ispirati alla Natura. Il lancio dell’innovativa seduta, realizzata dalla poliedrica scultrice e designer Leila Habiche, è previsto per l’autunno 2019 ed è stato anticipato da una preview durante la Milan Design Week nell’atelier milanese dell’artista con una serie di installazioni immersive per sperimentare le proprietà racchiuse nella poltrona.

Alchimag l’ha intervistata

Che cos’è per te il design e come è cambiata la tua idea di design con la tua crescita personale e professionale?
Il design deve essere al servizio del prossimo e dell’umanità. Il design è armonia! Dopo aver letto “Design for the Real World” di Victor Papanek, un libro che negli anni 60 era altamente innovativo, ho sviluppato la mia idea di  “design socialmente responsabile”! Desideravo lavorare con responsabilità e coscienza, credo che il design possa portare a un vero cambiamento nel mondo.

Parli di materiali diversi che hanno guidato il tuo percorso artistico fino ad arrivare alle installazioni di luci e suoni: quali materiali hai usato e per quali motivi vai a prediligerne uno o un altro?
Ho cominciato a modellare le mie sculture con l’argilla per poi integrare la sabbia, il legno e altri materiali di recupero della natura. Poi gradualmente mi sono avvicinata alla tecnologia avendo sempre come focus l’etica. Ho fatto tanta
ricerca e oggi prediligo i materiali che hanno un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente.

Equanimity oggi è l’unica opera alla quale stai lavorando? Verrà presentata tra pochi mesi, a che punto sei del suo sviluppo?
Per adesso sto concentrando le mie energie su Equanimity finché non sara ultimato il prototipo, il prossimo autunno. Sto sviluppando i programmi interni alla poltrona insieme ad altre persone del team tra quale un talentuoso regista che lavora anche per la Rai.

Quanto è stato importanti lavorare con un team così ricco, di 12 persone?
Il mio team è composto da 12 persone. Amo molto collaborare con loro perché ci confrontiamo molto! Imparo tanto da loro e i miei progetti crescono più velocemente. Ho stima e rispetto dei miei collaboratori ed ho chiara coscienza che
senza di loro non sarei arrivata al punto di oggi. I miei collaboratori sono tanti perché ognuno è specializzato in un settore particolare e sono piuttosto esigente in quanto voglio il migliore risultato possibile.

Quali sono stati i passaggi più delicati e difficili? Ci sono stati dei risvolti ai quali non
avevi pensato e che hai ‘scoperto’ in fase di analisi, studio e lavoro di squadra?
Ci sono stati diversi passaggi difficili come trovare le proporzioni ideali del design perfetto della poltrona e abbiamo discusso molto sul taglio da apportare in fase di produzione e sulle dimensioni ideali della seduta, in funzione anche dei diversi paesi. Poi, studiando la parte meccanica della rotazione della poltrona secondo i punti cardinali con il
mio ingegnere meccanico, ci siamo accorti che potevamo anche rendere la poltrona zerogravity.

Equanimity, protetta da quattro brevetti e realizzata con l’impiego di bioplastiche e altri materiali a basso impatto ambientale, si presenta come uno spazio avvolgente di sezione circolare, con un pannello di controllo laterale che risponde ai movimenti della mano e uno schermo posizionato nell’estremità alta della seduta. Lungo le superfici prende invece corpo un complesso sistema di sensori, termo-regolatori, punti luce in grado di emanare i colori dell’intero spettro luminoso e diffusori di vibrazioni, suoni e aromi naturali. La poltrona è dotata di un meccanismo di rotazione e movimento, fluido e silenzioso, realizzato ad hoc per sfruttare al meglio il magnetismo terrestre e ottimizzare la postura “Zero-Gravity”, che scarica il peso corporeo in maniera equilibrata, come in assenza di gravità.

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