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La ricostruzione di una casa unifamiliare in Sardegna, lungo un tratto rigoglioso e verde della Costa Smeralda, diventa un raffinato gioco di imitazione e radimento di elementi e materiali tipici del luogo. Così gli spazi consueti di un’abitazione tradizionale sono sottomessi, per mano dello studio milanese Parisotto & Formenton, a un progetto di trasformazione integrale.

In certi aspetti il progetto rievoca l’incursione di un altro architetto milanese, Marco Zanuso, che circa cinquant’anni fa costruì la sua casa per vacanze ad Arzachena, con una eccezionale miscela di prossimità e di autonomia creativa rispetto alle sollecitazioni del luogo. Il cosiddetto inserimento nel contesto, luogo comune esposto a infiniti equivoci, in questo caso ha la forma di un guscio inanimato abitato da un’anima estranea che se ne impossessa, lo soggioga e gli impone un’identità completamente rinnovata. Il processo avviene con un progetto improntato a un’espressività sobria ed elegante, sostenuta da un uso dei materiali, perlopiù locali, davvero sapiente. Da una parte si cerca un contatto più sensoriale, domestico e intimo, con le pietre e i colori di Sardegna, dall’altra parte si introduce in quelle vecchie mura un modello abitativo più interessante e spregiudicato, il loft, interno tradizionalmente urbano che ha subito una mutazione completa. Nato come spazio di origine industriale convertito a usi misti, studio o laboratorio-atelier con eventuale abitazione, il loft si è imposto come una vera e propria tipologia, soprattutto residenziale, caratterizzata da spazialità ampie e fluide in cui gli ambiti di lavoro e di vita si mescolano in modo informale. Nel loft, gli ambienti non sono più definiti dalle funzioni ma dalla forma e dai materiali: come per gli artisti, che negli anni Sessanta sono stati gli autentici inventori del loft, vita pubblica e privata e lavoro si fondono in un atto creativo unitario e integrale. In questo caso, il modello è sublimato in un progetto gestito con grande padronanza tecnica e visiva che lavora materiali antichi con sapienza contemporanea, gettando un ponte tra l’artigianato di tradizione locale e il design più aggiornato. Attraverso la manipolazione di questi materiali si costruiscono sequenze e scorci suggestivi, un micropaesaggio legato alla tradizione ma senza nostalgie, liberamente innovativo. Sono importanti i materiali e le texture: i muri in pietra da campo lavorata a secco, il pavimento in acciottolato di fiume, i gradini, i pavimenti e gli elementi di arredo in granito sardo San Giacomo bocciardato e fiammato, la calce bianca, il cedro naturale del serramento di accesso.

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Negli interni, living e cucina, continua la stessa pavimentazione in lastroni irregolari di granito mentre le pareti sono in calce bianca tirata a spatola in righe verticali, con un pattern alla Buren molto astratto ed elegante che ricorda, a seconda della luce, il muro a calce dell’architettura vernacolare mediterranea oppure la parete in legno verniciato della tradizione nautica e balneare. L’intradosso del tetto, a falde con struttura di legno, è completamente imbiancato, con un effetto di alleggerimento, di forte continuità con le pareti e di smaterializzazione spaziale. Il tema della loggia si ripropone nelle diverse parti della casa come lo spazio abitabile ideale, living intermedio tra esterno e interno, protetto eppure a contatto con gli elementi naturali. Anche negli arredi e nei sanitari, disegnati ad hoc, ritornano gli stessi materiali, il granito e il legno di cedro, con una scelta che valorizza l’unità e la continuità di una dimora solida e accogliente improntata a un minimalismo modernissimo e arcaico, milanese e nuragico.

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