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I pionieri della “luce efficiente”: sono chiamate così le città che in diverse parti del mondo hanno dato il via, ormai da tempo, a processi di riduzione dei consumi energetici e dei relativi costi. Sostenibilità è una parola d’ordine ormai universalmente diffusa, ma rimane un concetto astratto se non corrisponde allo sviluppo di politiche coerenti.
L’illuminazione pubblica è oggi un settore che, più di altri, può costituire un interessante banco di prova. Ci sono, infatti, gli strumenti per realizzare un processo di innovazione complessivo, che riguarda tutti gli aspetti del progetto di luce e tutti gli attori coinvolti, dai progettisti ai produttori di sorgenti e apparecchi, fino ai gestori degli impianti. Le esperienze avviate in molte città europee non sono più sporadiche o sperimentali, tuttavia ancora non si vede ancora un approccio coerente che affronti dall’origine il tema dell’illuminazione razionale ed efficiente.

Se confrontiamo le più recenti iniziative in materia di illuminazione pubblica nei diversi paesi europei, troviamo un po’ di tutto.

Francia e Svizzera a luci spente

Partiamo dalla Francia, dove un decreto voluto dal Ministro dell’Energia vieta di tenere accese oltre l’una del mattino le luci esterne di negozi, uffici, monumenti e altri edifici non residenziali. L’illuminazione stradale al contrario, spesso oggetto di critiche e modifiche più sostanziali, resterà invariata.

Paris

Le proteste sono scoppiate all’istante, sia da parte del Syndicat de l’Eclairage (l’associazione francese dei produttori d’illuminazione) sia da parte dei commercianti, tutti convinti che città più buie scoraggerebbero turisti e residenti a uscire la sera, per avere un risparmio energetico che non va oltre gli 0,5 Twh l’anno.

Una missione a livello nazionale che coinvolge anche Parigi, la Ville Lumiere, dove sono in programma una serie di interventi per contrastare l’inquinamento luminoso e ridurre i consumi energetici del 30% entro il 2020 (rispetto ai livelli del 2004). Oltre all’introduzione di apparecchi a Led, il piano prevede il ridimensionamento dell’illuminazione di ben 300 edifici storici e altri monumenti della capitale, inclusa la Torre Eiffel, e potrebbe prevedere lo spegnimento notturno delle insegne commerciali anche nella capitale.

Sulla stessa strada sembra avviata anche la Svizzera, dove sono allo studio limitazioni all’orario di accensione di vetrine e insegne degli esercizi commerciali. Secondo le prime stime si potrebbero risparmiare 6 milioni di kWh entro il 2050. La proposta viene dall’Ufficio Federale dell’Energia (Ufe) e punta a ridurre i consumi energetici della Confederazione. Per il momento, si tratta solo di una proposta, dal momento che le questioni legate all’edilizia sono di competenza dei singoli Cantoni e in parte ai Comuni.

Ma spegnere vetrine, insegne e illuminazione architettonica è la strada giusta? Sono in molti a sostenere che il buio non sia una prospettiva allettante per la città del futuro, comunque destinata a vivere 24 ore su 24. Un approccio meno traumatico è quello scelto da chi punta a una regolazione dell’illuminazione, per illuminare “quando serve”.

Spagna e Germania regolano le accensioni

Luix, azienda spagnola creata da ACR Grupo, Tecnalia ed Eguztikan propone un sistema d’illuminazione pubblica intelligente, basato sui rilevatori di presenza, che permette, sulla carta, il risparmio sui costi energetici fino all’80%. La prima città ad abbracciare questa novità è stata San Sebastián nei Paesi Baschi, con risultati più che soddisfacenti. Grazie ad un sofisticato sensore, posto all’interno del lampione, l’intensità luminosa viene regolata a seconda delle persone o dei veicoli che transitano o si muovono lungo la strada dove sono collocati. Oltre a questo, è stato progettato un sistema che permette la segnalazione automatica di malfunzionamento garantendo una migliore gestione dei tempi di manutenzione, spesso tasto dolente nelle nostre aree urbane. Nella sperimentazione segue la città francese di Tolosa, che ha installato 28 lampioni con il sistema Luix nella zona sportiva Usaba Centre: in questo caso le percentuali previste di risparmio energetico arrivano oltre il 70%. I borghi di Isaba e Salinas Nella navarra hanno invece coperto la loro rete di illuminazione pubblica con il sistema a regolazione automatica del flusso luminoso, installando i “lampioni intelligenti” lungo tutti gli assi viari, con un calo dei consumi energetici quasi dell’80%.

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In Germania sono andati oltre sperimentando addirittura il concetto di illuminazione “on demand”. A Dörentrup, una cittadina della Germania centrale, i lampioni si spengono automaticamente alle 23, ma in caso di necessità i cittadini possono illuminare una strada a loro piacimento per 15 minuti, con una telefonata dal proprio cellulare. Il sistema si chiama Dial4Light ed è costruito su uno speciale software che permette di azionare, in caso di necessità, gli apparecchi luminosi di una via piuttosto che un’altra. L’unico costo a carico dei residenti è quello per la telefonata. Superata una prima fase sperimentale, il progetto è stato esteso a tutti i 9.000 abitanti della cittadina, permettendo di conciliare esigenze di risparmio energetico con la percezione di sicurezza.

Lampioni “smart” sono stati installati anche a Londra, nel quartiere di Westminster: regolando ad hoc l’intensità luminosa di 2.000 punti luce, l’amministrazione punta a risparmiare 8,4 milioni di sterline nell’arco dei prossimi venti anni.

Slovenia contro l’inquinamento luminoso

Un altro tema importante nella progettazione dell’illuminazione pubblica è quello del corretto direzionamento del fascio luminoso. E anche su questo aspetto si segnalano iniziative importanti in diverse aree europee.

Andrej Mohar, astronomo sloveno, avviò la sua battaglia dopo che nella via dove abitava fu installato un lampione che indirizzava la luce proprio contro la sua finestra. Si unirono a lui diversi esperti d’illuminazione pubblica, ambiente e astronomia che portarono all’attenzione del governo di Ljubljana tutti i problemi connessi all’inquinamento luminoso: disturbi del sonno, danni per gli animali, spreco di energia, possibili pericoli per gli automobilisti. Si arrivò così nel settembre 2007 al “Decreto sulla limitazione dell’inquinamento luminoso dell’ambiente”, valido a livello nazionale con un unico concetto di fondo: nessuna luce diretta sopra la linea d’orizzonte. A questo furono aggiunte altre imposizioni che, oggi, portano a risultati molto incoraggianti. Numerosi tratti stradali sono stati rinnovati con un’illuminazione più efficiente sia in termini ambientali che energetici: una razionalizzazione dell’illuminazione pubblica consente risparmi di elettricità dal 40 al 60% con un’illuminazione della strada addirittura migliore. In termini economici si calcola che ogni anno saranno risparmiati ben 10 milioni di euro.

Nuove fonti energetiche

Il massimo del risparmio energetico si otterebbe ovviamente dall’impiego di fonti rinnovabili e per questo non mancano le sperimentazioni su lampioni ad alimentazione fotovoltaica ed eolica, che funzionano anche senza il collegamento alla rete elettriche.

Tra le proposte più suggestive c’è quella degli ungheresi dello studio Igen Design, che ha progettato Flow un lampione in bambù ad energia eolica. La maggior parte della struttura è in bambù, scelta dai chiari riferimenti ecologici sia per la rapidità con cui questa pianta cresce in natura, che per le particolari caratteristiche fisiche che la rendono molto flessibile e quindi facilmente integrabile all’ambiente presente a seconda del progetto. Delle “pale eoliche” equipaggiate con Led sono disposte lungo la struttura portante dell’apparecchio, così da formare una spirale in grado di muoversi al soffiare del vento e produrre energia elettrica pulita che alimenta il Led. Punto chiave di questo eco-lampione è che è per la maggior parte biodegradabile e che può essere installato anche dove non arriva la rete elettrica.

Un altro esempio di approccio sostenibile sono i nuovi apparecchi stradali Holonic street lamps, alimentati anch’essi da piccole pale eoliche e dotati di sorgente luminosa a Led. Inventati da una ricercatrice dell’Università di Siviglia, María Jesús Ávilais, sono composti da una coppia di piccoli pannelli fotovoltaici policristallini, montati nella parte superiore del palo della luce, e da una piccola turbina eolica ad asse verticale installata sul sostegno del lampione in acciaio zincato. La particolarità di questi apparecchi è la capacità di funzionare in condizioni ambientali molto diversificate: tra i 30 gradi sotto zero e i 40 gradi centigradi, per quanto riguarda la temperatura, e con venti che soffiano fino a 140 km orari. Inoltre, l’intensità luminosa può essere regolata a seconda della necessità e rispondono a un sistema di regolazione a distanza. In caso di emergenza infine, gli Holonic street lamps vengono alimentati dalla rete elettrica tradizionale e, al contrario, possono immettere nella rete stessa l’eventuale energia rinnovabile in eccesso.

Le notizie di significativi risparmi sulla bolletta energetica per l’illuminazione si moltiplicano in tutto il mondo. La rivista americana Forbes riporta il caso della città di San Jose, in California, che è riuscita a ridurre la bolletta energetica di 4 milioni di dollari all’anno soltanto sostituendo i lampioni con dispositivi a Led. A Calgary, in Canada, l’intero parco lampioni è stato rinnovato con lampade efficienti, garantendo un risparmio di 2 milioni di dollari all’anno. Nel 2011, invece, l’amministrazione di Busan, la seconda città più grande della Corea, ha installato una serie di lampioni ibridi, provvisti di pannelli solari e piccole turbine eoliche che alimentano le lampade a Led.

In quanto a ricerca di fonti energetiche alternative per proprio non esserci limite alla fantasia. Dal Brasile arriva la notizia del Projeto Luminar, iniziativa che coinvolge 130 carcerati del penitenziario brasiliano di Santa Rita do Sapucai, a circa 40 kilometri da Belo Horizonte. Il progetto è indirizzato a un gruppo di reclusi selezionati per buona condotta, e che siano a metà della loro pena: ogni giorno con turni di poche ore, i carcerati pedalano su delle speciali cyclette in grado di produrre energia. L’elettricità ricavata dalla loro forza muscolare viene poi utilizzata per alimentare gli apparecchi stradali dell’Avenida Beira Rio, una delle principali strade cittadine. In cambio del loro impegno i detenuti riceveranno uno sconto di pena: un giorno di libertà in più per ogni tre giorni di cyclette.

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