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Nel 2006 i comuni italiani con un impianto a energia rinnovabile erano solo 356 oggi almeno un impianto è presente in quasi tutti gli oltre 8000 comuni del nostro paese. Il rapporto 2014 di Legambiente su i “Comuni rinnovabili”, censisce più di 700mila impianti a energia pulita (solare, eolico, idroelettrico, biomasse, geotermia), che soddisfa il 32,9 % dei consumi elettrici nazionali e il 15% di quelli complessivi.

La sempre maggiore indipendenza dai combustibili fossili non è solo un vantaggio economico, ma va considerato un indicatore importante sul tasso di innovazione dell’economia di un paese. Puntare sulle energie rinnovabili significa credere in un nuovo paradigma economico, basato sull’uso razionale delle risorse.

“I risultati raggiunti dalle rinnovabili nel nostro Paese in termini di produzione e distribuzione nel territorio erano semplicemente inimmaginabili solo 10 anni fa – dichiara Edoardo Zanchini vice presidente di Legambiente – e dimostrano come gli impianti sono affidabili e competitivi.”

A fronte di questi buoni risultati però negli ultimi tempi si è assistito in Italia a un vero e proprio attacco al settore delle rinnovabili, che ha portato a una riduzione di oltre l’80% degli investimenti negli ultimi due anni. Lo denuncia il Gruppo di lavoro del Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da esperti e imprenditori del settore.

Sotto accusa sono le politiche fiscali che disincentivano gli investimenti e l’assenza o la contraddittorietà della normativa che impedisce lo sviluppo del mercato.

Di qui le proposte di Legambiente, Innanzitutto, premiare tutti coloro che si rendono autonomi attraverso impianti rinnovabili ed efficienti, togliendo ogni limite allo scambio sul posto dell’energia con la rete e aprendo ai contratti di vendita diretta di energia prodotta da impianti da fonti rinnovabili e in cogenerazione.

“In molte Regioni  – afferma Legambiente – è di fatto vietata la realizzazione di nuovi progetti mentre in altre non sono garantite trasparenza e tutela e l’incertezza delle procedure è ancora oggi una delle principali barriere alla diffusione degli impianti da fonti rinnovabili in Italia.

Serve introdurre, come in Germania, un sistema di incentivi per le famiglie e le PMI per impianti fotovoltaici sui tetti integrati con sistemi di accumulo che prevedano almeno il 60% della produzione di autoconsumo; e reintrodurre incentivi in Conto Energia per la sostituzione delle coperture di amianto con tetti fotovoltaici. Infine, occorre spingere la riqualificazione energetica in edilizia con nuove politiche per aiutare a ridurre le bollette, in particolare quella la spesa più consistente che riguarda il riscaldamento”.

www.legambiente.it/contenuti/dossier/comuni-rinnovabili-2014

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